Sullo scaffale di un supermercato si può osservare la scena di un barattolo di Nutella a fianco di un barattolo di crema di nocciola con cacao. il generico consumatore che passa di là, quale barattolo sceglierà? molto probabilmente la Nutella! la Nutella è una crema di nocciola con cacao, ma cosa la distingue dal generico barattolo? il suo nome, la sua scritta in stampatello minuscolo con la “n” in nero, “utella” in rosso. In termini tecnici, il suo marchio la distingue da tutte le altre creme di nocciola, la rende riconoscibile, unica, parte di un successo! E fa parte del capitale posseduto della Ferrero, l’azienda che registrò il marchio nel 1964.
Si possono portare altri esempi di marchi famosi e l’insegnamento che se ne trae, valido sia per aziende grandi che piccole, è il seguente: casi di successo sono associati a segni distintivi, riconoscibili.
Aziende “anonime”, cioè prive di marchi, soffrono quando un concorrente fa un prodotto simile al loro.
In questi tempi di crisi capita spesso che aziende “anonime”, anche quando operanti con prodotti di qualità, soccombono di fronte alla concorrenza, per esempio dei paesi dell’Est europeo o asiatici, che offrono prodotti simili a costi inferiori.
I marchi riconoscibili sono più forti e dettano le regole del mercato, sono leader, mentre quelli “anonimi” gli si affannano dietro. Di certo la leadership di un’azienda si basa anche su altri fattori, per esempio la capacità di innovazione, ma di sicuro la riconoscibilità, l’unicità, sono fondamentali.
Per questo – nell’economia odierna – registrare e proteggere il proprio marchio riveste un valore irrinunciabile.
Autore articolo:
PhD Ermanno Imbergamo
Nostro collaboratore in materia di proprietà intellettuale.